“QUESTA È UNA STORIA DI UOMINI , NAVI, COOP E CASE DI LUSSO”
Un breve riepilogo prima della riflessione di ernesto.
Il Cantiere Navale Luigi Orlando fu fondato a Livorno nel 1866 dai fratelli Orlando, che ottennero dal governo la concessione di ampie aree della zona portuale.
Il Cantiere si specializzò nella costruzione degli scafi e in quella di macchine. Le commesse arrivavano da tutto il mondo e si intensificarono con la Seconda Guerra Mondiale.
Fu un cambiamento epocale per l’economia di Livorno.
Ma era il 1994 quando Fincantieri, con una inserzione pubblicitaria sul Sole 24 Ore, annunciò la vendita del «ramo d’azienda sito in Livorno». Era il Cantiere, la fabbrica più antica della città di Livorno, fondata dalla famiglia Orlando, poi passato sotto l’ala delle partecipazioni statali durante il fascismo, con la creazione dell’Iri.
Nessuno, sette anni e mezzo fa, si fece avanti per rilevare la fabbrica.
Quando si era a un passo dal vedere i lucchetti ai cancelli, furono i sindacati a mettere in piedi un’operazione senza precedenti in Europa: cinque cooperative riunite in un consorzio rilevarono lo stabilimento e dettero avvio a una gestione del tutto nuova, grazie ai contributi della legge Marcora attivati da un lavoro certosino delle istituzioni, in pressing sul commissario europeo Karel Van Miert.
Erano 355 i soci che hanno dato vita alla nuova impresa, che ha ripreso l’antico nome ottocentesco: Cantiere Navale Fratelli Orlando. Operai, tecnici, impiegati, quadri pronti ad aprire una capitolo del tutto nuovo nella loro vita lavorativa. Forti, però, di uno scalo per la costruzione di navi e di un grande bacino di carenaggio per la loro riparazione.
Con il tempo, il Cantiere Orlando è diventato un vero e proprio gruppo, in grado di dare lavoro anche a oltre 100 dipendenti diretti. In più, anche una miriade di ditte appaltatrici: aziende chiamate a collaborare alla costruzione e alla riparazione di navi.
Una sorta di indotto interno che, nei momenti di maggior lavoro, ha toccato anche quota 800.
I progressivi pensionamenti, provocati anche dalla legge sull’esposizione all’amianto, hanno assottigliato le fila di chi è rimasto effettivamente al lavoro, in 355 che iniziarono l’avventura sotto le insegne della cooperativa, per tentare di mantenere in vita la storia e il futuro di una fabbrica simbolo di Livorno e della Toscana.
Ma circa quattro anni fa si preannuncia,la chiusura del Cantiere Navale Fratelli Orlando sul quale si era basato gran parte dello sviluppo di Livorno.
Le Banche premono per i rientri dalle esposizioni. e la lega Cooperative non intende rischiare con il fondo di solidarietà.
Da qui l’acquisizione del Cantiere da parte di Azimut-Benetti Spa, leader mondiale nella nautica da diporto, che ha reso necessaria l’applicazione di una cultura produttiva molto diversa. Il passaggio dalla costruzione di navi mercantili a quella di grandi yacht ha implicato una modifica radicale.
L’accordo siglato (agosto 2003) fra le rappresentanze sindacali dei lavoratori del Cantiere e Azimut-Benetti che prevedeva la messa in mobilità del personale e un suo successivo riassorbimento dopo un percorso adeguato di formazione da concludersi entro gennaio 2006.
I Dati sull’area:
Fonte: estratto Intervista a Paolo Vitelli, presidente del Gruppo Azimut
Ex cantieri Orlando di Livorno. Superficie di 280.000 mq, molto bella, con ampiezza adatta non solo a ricevere Benetti e il relativo servizio, ma anche con una prospettiva di ampliamento e di futuro sviluppo.L’area è molto costosa, per la volontà politica del Comune di incassare dalla vendita una cifra sufficiente a chiudere la crisi del cantiere Orlando senza il fallimento.
Nonostante l’onere, stiamo valutando se la cifra, compreso l’occorrente per la ristrutturazione, sia per noi compatibile. A parziale compensazione l’amministrazione comunale potrebbe consentirci di utilizzare una parte dell’area per attività di costruzione civile, di urbanistica.
Se facciamo questo passo, più di 100.000 mq sarebbero dedicati a Benetti e al servizio. Sicuramente creeremmo, credo, il più bel centro servizi di superyacht del mondo.
Là ci sono già delle gru che riescono a sollevare dei mostri.
Ci sono delle gru dal cavalletto più grande che ci sia in Italia, che può portare ad altezze vertiginose 30 tonnellate, c’è un impianto di alaggio e varo per yacht e ci sono tre bacini, di cui uno potrebbe essere convertito per yacht, ovviamente con qualche modifica, per trasformare l’utilizzo commerciale in utilizzo per yacht da diporto. Quindi la struttura c’è, posizionata anche nel posto più bello che ci possa essere: centro del Tirreno, di fronte Corsica e Sardegna, di fronte l’Arcipelago Toscano.
I dati sui Bacini di Carenaggio
Gli Sviluppi: Accordo su ex cantiere navale Orlando di Livorno
Si prevede che dal recupero e dalla riqualificazione del cantiere navale Orlando si possano creare oltre 600 nuovi posti di lavoro.
Roma, 1 Agosto 2007 – È stato siglato oggi a Palazzo Chigi un Accordo di programma per lo sviluppo e la trasformazione urbanistica dell’ex cantiere navale Orlando di Livorno e delle aree portuali limitrofe.
All’incontro – presieduto dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta – hanno partecipato, per l’esecutivo, il Ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, il Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Marco Stradiotto, e il capo del Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali della Presidenza del Consiglio, Francesco Boccia.
In rappresentanza delle istituzioni locali sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente della Provincia di Livorno, Giorgio Kutufà, e il Sindaco della città, Alessandro Cosimi.
L’Accordo siglato oggi mira a garantire un coordinamento tra le amministrazioni, centrali e locali, e i privati che hanno acquisito gli immobili dell’ex cantiere, affinché venga realizzata quanto prima la trasformazione urbanistica e la riqualificazione dell’intera area portuale di Livorno.
Il Porto Mediceo sarà adeguato e potenziato per l’accoglienza turistica e le aree dismesse dell’ex cantiere Orlando diventeranno un centro attrezzato per la nautica e per i servizi, con parti destinate alla residenza e alle attrezzature ricettive. Le risorse finanziarie sono già disponibili e provengono sia dai privati (110 milioni di euro) sia dall’Autorità portuale competente, per 35 milioni di euro.
Si prevede che dal recupero e dalla riqualificazione del cantiere navale Orlando si possano creare oltre 600 nuovi posti di lavoro.
Fonte: http://www.governo.it
******
La Riflessione di ernesto sul caso dell’ex Cooperativa del Cantiere Navale Orlando Livorno:
Il Dubbio?
Mi sono sempre domandato, perché quello che può fare oggi la cordata Anzimut, COOP,Monte Dei Paschi, non lo poteva fare La Coop che gestiva il Cantiere?
In fondo come ora è ampiamente chiaro a tutti,i soldi ci sono, visto che,la Idg la finanziaria delle COOP,per prendere 80% della società che gestisce le aree edificabili, ha sborsato 50 milioni di euro, tanto quanto Anzimut ha pagato per tutta l’operazione Cantiere (euro più euro meno), a riprova che l’area non costava molto come sosteneva il presidente di Anzimut. Soprattutto se si considerano gli allestimenti delle grù e i bacini fra più grandi del mediterraneo.
L’unica riflessione che mi viene è che è “tutto come da copione” ormai consolidato.
Ma quali ricadute per Livorno città?
Il Progetto che prevede la fase di costruzione di immobili di lusso, nel nuovo porto turistico, non sarà un problema i soggetti in campo la finanziaria di Lega COOP, Il Monte dei Paschi di Siena, e Anzimut, sono finanziariamente forti e possono sostenere gli oneri finanziari di un progetto che potrebbe prendere una piega commerciale non proprio favorevole.
Invece altra cosa saranno gli sviluppi futuri e le ricadute sulla città!
Ma permettetemi di far notare una cosa, che può anzi è collegata alla situazione generale del paese e alla sfiducia dei cittadini ( in maggioranza imprenditori) sulla classe dirigente.
C’E’ UNA PALESE E MANIFESTATA INCOMPATIBILITA’, NELL’USO CHE LE COOP FANNO DEGLI SGRAVI FISCALI, CHE GLI CONSENTONO DI ACCUMULARE INGENTI QUANTITA’ DI DENARO.
Se il PD e’ il partito del ” pagare tutti per pagare meno tutti” da qui in avanti anche le COOP devono contribuire, soprattutto quelle che fanno pure e semplici speculazioni, sono società private come le altre, ma gli sgravi fiscali gli consentono di attuare una concorrenza che possiamo chiamare tranquillamente sleale.
Lo stesso consociativismo Bancario, e una forma di concorrenza sleale, il risparmio privato che le banche gestiscono, lo prestano a chi dicono loro, magari i patrimoni di copertura ci sono, MA VI DIRO’ DI PIU’,SE DA DOMANI LO STATO CONCEDE UNO SGRAVIO SULLE IMPOSTE DEL 40% FRA UN PO’ A IN ITALIA CI SAREBBERO QUALCHE EUROMILIONARI IN PIU’.
Certo che è sicuramente tutto casuale, ma sembra una regia perfetta.
Fermo restando, come già scritto in passato, che è grande, quella coop di Rosignano ( un comune della provincia di Livorno) che da lavoro a ragazzi portatori di andicap, a loro e a tutte quelle coop che si occupano di sociale e di servizi alla persona si deve continuare a dare sgravi fiscali.
Questo è ovvio e normale per me, che continuo a pensare che determinati servizi sociali debbano essere a carico dello stato, se lo stato non se ne occupa direttamente, lo possono fare anche altre strutture, ma il servizio deve essere di qualità e costare poco alla collettività.