ernesto scontento

“Disapprovo ciò che dici, ma difenderò alla morte il tuo diritto di dirlo ” (Voltaire)

Archive for novembre 2007

Grande Benigni ci fa “Capire L’amore”

Posted by ernestoscontento su novembre 29, 2007

Stasera ho visto un grande R.Benigni, e un bell’esempio di televisione pubblica.

Benigni ci parla dell’amore, la passione tra Paolo e Francesca del Canto V dell’Inferno, quello dell’amor “ch’a nullo amato amar perdona”.

Ora sono indeciso se guardare Vespa o andare a letto….ma mi sa che vado per la seconda ipotesi, non voglio perdere subito questo momento magico di illusione televisiva.

Notte a tutti.

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L’ITALIA E I PARTITI “Se io fossi un politico”

Posted by ernestoscontento su novembre 29, 2007

 

Segnalo questo articolo di G. Sartori.

Estratto: dal Corriere della Sera.it

L’ITALIA E I PARTITI “Se io fossi un politico”

di Giovanni Sartori

Mi immedesimo, infine, con Prodi. Il presidente del Consiglio ha in testa, chiarissima, una sola idea: durare.

Se si muove, e quando si muove, è per restare immobile a Palazzo Chigi. Per Veltroni è un peso morto; ma per sé è un vero «politico puro».

Il che spiega perché a me non piacerebbe essere al suo posto. Forse la politica pura la capisco. Ma non fa per me.

28 novembre 2007

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La politica Italiana è appesa alla bennarda

Posted by ernestoscontento su novembre 20, 2007

Ieri sera a Matrix, si è sentito tutto e il contrario di tutto, l’unica verità è venuta da V. Feltri ( peraltro già espressa su radio 24) “è solo una questione di bennarda messa in piazza da striscia la notizia sulla nuova fidanzata di Fini”.

Pare che Berlusca abbia telefonato a G .Fini, per dirgli che era dispiaciuto per l’accaduto e che lui ne era estraneo (leggi articolo sulla stampa.it).

In tutta risposta Fini fa un grosso errore lo tocca sulla Roba ” ti aspetto sulla Gentiloni per renderti il favore”.

Ecco il senso dello stato dei nostri politici, tutti presi fra Banche e Bennarde…….

Ma Silviuccio si è rotto, la Roba sua non si tocca!!!!

Lui è entrato in politica per difenderla la sua Roba……e se tenti di toccagliela lui spariglia.

Ma per la verità, quello che sta succedendo nella CDL era prevedibile, lui ragiona da imprenditore e si muove come tale.

Per lui gli alleati sono dei fastidi che impediscono la realizzazione delle sue idee, quante volte ha detto avrei voluto fare ma gli altri erano contrari.

Cosa accadrà ora ?

Il miracolo democratico che ci voleva all’Italia, si va verso un bipolarismo partitico, dove i maggiori partiti, saranno inglobatori dei più piccoli se questi ultimi ,hanno la pretesa di esserci per incidere qualcosa sulle attività di governo, ma rispetto a ora, si dovranno accontentare di contare per quel che sono.

Chi non si ingloba rimane ai margini il che comporta o l’esclusione dal sistema parlamentare, o di esserci ma solo come partito di opposizione.

Questo è il concetto della democrazia rappresentativa dei “molti e non dei pochi” l’unica vera Democrazia Liberale che oggi conosciamo, tutto il resto sono solo chiacchiere senza senso, fatte da Parrucconi che non hanno capito che il Berlusca è un imprenditore, e solo Berlusca succede a Berlusca piaccia o non piaccia.

In fondo se Prodi fa il duro per tenere in piedi il governo, perché il Berlusca che oggi al governo non c’è non può giocarsi le sue carte????

L’unica cosa che possiamo sperare è che i nostri leader di CS siano di memoria lunga, tutti si lamentano che questa legge elettorale sta rovinando il paese, SIA IL CS CHE IL CD.

BENE, ENTRAMBI DOVREBBERO RICORDARE AGLI ITALIANI, CHI SONO I RESPONSABILI DI QUESTA PORCATA……

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Il Partito del popolo senza i Parrucconi politici

Posted by ernestoscontento su novembre 19, 2007

Lo hanno aspettato fiduciosi e festanti, sfidando il gelo di Milano, e lui in una piazza San Babila gremita da centinaia di persone e decine di giornalisti, non li ha di certo lasciati andare a casa delusi.
Con un colpo di teatro,al termine di una settimana calda sul fronte politico generale e interno alla Cdl,Silvio Berlusconi annuncia la nascita di una nuova formazione politica, lo scioglimento di Forza Italia nella nuova realtà e apre la porta al dialogo con «l’altra parte se, spiega,avanzerà proposte o dirà di sì alle nostre».

Ma dice basta con la politica dei Parrucconi ……meglio no????

Con Berlusca, non c’è da scherzare si può dire cosa ci pare ma è uno dei 10 uomini più ricchi del mondo….ora Dio danaro fa schifo ma per accumularlo ci vogliono capacità e doti innate.

Il Berlusca volenti o nolenti è al comando del primo partito Italiano e, l’Italia è divisa in due fra CD e CS.

Certo sul suo pensiero democratico e liberale c’è da avere qualche dubbio, il suo conflitto di interessi è palese…. “in America prima lo doveva regolare e dopo si candidava, ammesso che il popolo Americano lo eleggeva, vista l’anomalia”.

Ma qui in Italia è evidente e palese che la classe politica è “Parruccona”, e nel CS più che nel CD.

Non solo è “Parruccona” ma anche incapace di far emergere nuove istanze dialettiche che configurino una nuova visione del mondo.

La nostra più autorevole e attuale classe dirigente “è quel che è”, non riesce per ormai acclarati limiti ideologici a far emergere le nuove idealità (Chi si ricorda più della terza via???) capaci di creare quelle egemonie interclassiste che nel 2007 è l’elettorato di riferimento del CS.

I nostri “Parrucconi” sono Lobbysti convinti, creano nemici temporanei per sviare l’elettore sulle loro incapacità ” aiutiamo i più deboli, ma le buste paga tredicesima compresa diminuisce, mentre i privilegi dei politici e gli utili dei Lobbysti aumentano”.

Chi osa più parlare di Capitalismo solidale, quella forma di capitalismo che non fa della mano invisibile il credo evangelico, ma accetta il mercato imperfetto “così come è “, quel Capitalismo che crede nei diritti naturali degli esseri umani in quanto tali, e che garantisce la corsa con il mercato premiando il merito, ma corregge i fallimenti che sono inevitabili nella competizione.

PERCHE’ ?

– Nello stato di natura tutti gli uomini sono liberi, indipendenti, eguali e nessuno può essere privato di questi diritti senza il suo consenso; l’unica via legittima per cui alcuni di questi diritti possono essere trasferiti al governo è il patto tra gli uomini liberi, il cui fine è quello di proteggere i cittadini contro gli intrusi nel rispetto della volontà della maggioranza; solamente il consenso degli individui liberi istituisce la società politica e solamente da esso può aver inizio un governo legittimo (Locke) .

– Il fine supremo delle istituzioni è quello di far convivere gli uomini pacificamente, nonostante la diversità dei loro interessi e gusti (Mandeville).

– La metafora della “mano invisibile” che trasforma la ricerca del profitto privato di ciascun individuo nel profitto di tutta la collettività, deve essere interpretata con ragionevolezza.

– La società ragionevole, è il risultato delle istituzioni che si adattano alla pluralità degli interessi e dei punti di vista degli uomini, non si può essere razionali nelle società dove manca il rispetto della diversità e dell’eterogeneità dei modi di vivere.

– La società ragionevole, sa che la mano invisibile è selezionatrice, cosi come spiega la teoria dell’evoluzione per selezione naturale di Darwin.

In Conclusione:

La modernità è intrapresa, chi intraprende è soggetto a fallire, ma la società progredisce anche sui fallimenti altrui, quindi deve creare un salvagente per sostenere chi è fallito.

Il Capitalismo solidale è, quel Capitalismo che accetta il mercato con le sue regole imperfette, ma inverte il fine del mercato; In quanto,il mercato deve essere funzionale al progresso che è rivolto all’uomo, chi intraprende per far progredire se stesso e la società, è soggetto a fallire per questo occorre un salvagente sociale che si chiama Flessicurity ( welfarstate dalla culla alla tomba).

Amico – Nemico…..o competizione sportiva e quindi avversario?????

Nella società ragionevole, la competizione politica è competizione sportiva, l’avversario politico non è più un nemico da abbattere, l’evento dialettico pubblico per far conoscere la diversità delle idee,non è più concepito,come una guerra fra frazioni contrapposte dove il nemico deve essere abbattuto, ma è considerato come un evento sportivo,chi è contrapposto non è più un nemico ma un avversario, che merita rispetto se compete all’interno delle regole del gioco condivise in precedenza.

PS: Qui per intrapresa si intende l’intrapresa dell’individuo per migliorare le proprie condizioni di vita umane e economiche (non è solo impresa mercantile o di qualunque altro genere), il mercato è selezione naturale, la vita in una comunità democratica è convivenza pacifica.

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Tredicesima magra, ma nell’Italia delle Caste c’è chi non si preoccupa!

Posted by ernestoscontento su novembre 17, 2007

Lo avevamo scritto anche noi di RESET, che il secondo tesoretto Italiano era una Bufala!!!

Il nostro articolo

Fra un po forse, qualcuno si domanderà cosa voleva dire V. Visco con la famosa frase “ dobbiamo dire la verità agli Italiani”.

Intanto da uno studio della CGIA di Mestre emerge che le tredicesime più leggere da 15 a 74 euro.

Pesa l’Irpef. Risultati più confortanti se si confronta il netto in busta paga per i redditi sotto i 40 mila euro,

I dipendenti italiani che attendono per dicembre 2007 l’agognato “doppio stipendio” avranno un’amara sorpresa: dai 15 ai 74 euro in meno rispetto al 2006.

Ad affermarlo è il team dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre che ha condotto una dettagliata indagine sul tema per diversi scaglioni di reddito.

«La dieta forzata della tredicesima, spiega la Cgia in una nota, è la conseguenza del fatto che nel calcolo delle ritenute entrano in gioco solo le aliquote Irpef corrispondenti agli scaglioni di reddito e non si considerano le detrazioni, né gli assegni familiari che nell’ultimo anno sono stati particolarmente “generosi” per i redditi medio bassi e per coloro che hanno familiari a carico».

LE FASCE – Sempre secondo la ricerca della Cgia di Mestre, chi ha un reddito:

– Di 20 mila euro all’anno senza familiari a carico al posto dei 1.184,62 euro del 2006 si troverà 1.169,38 euro con una perdita, quindi, di 15,2 euro.

– Di circa 25 euro, invece, l’impoverimento della tredicesima per chi ha 23 mila euro di reddito con un figlio a carico.

– Mentre sale a 33,7 euro il decremento della tredicesima di chi percepisce un reddito di 30 mila euro ed ha moglie e un figlio a carico.

– Arrivando poi a redditi di 50 mila euro con moglie e figlio a carico, la tredicesima verrà ridotta di 46,5 euro.

– Circa 75 euro in meno, infine, si ritroveranno coloro che dichiarano un reddito di 80 mila euro ed hanno moglie e due figli a carico.

NETTO IN BUSTA PAGA – Gli esperti dell’associazione artigiani di Mestre hanno poi confrontato il netto in busta paga tra il 2006 e il 2007:

il risultato complessivo è confortante almeno per chi ha un reddito al di sotto dei 40 mila euro, tanto da compensare la delusione della decurtazione della tredicesima.

«La ragione sta nel fatto che la Finanziaria 2007 ha rimodulato sia gli scaglioni di reddito sia le aliquote Irpef, – precisa Giuseppe Bortolussi, Segretario della Cgia di Mestre – aumentando di molto le detrazioni e gli assegni familiari, favorendo i redditi sino a 40.000 euro».

Riconsiderando i medesimi scaglioni utilizzati per indagare sulle tredicesime, l’Ufficio Studi ricompone dunque un po’ di ottimismo, talvolta peraltro davvero impercettibile.

È il caso dei single con un reddito di 20 mila euro: nel 2007, l’aumento netto è stato di 17,3 euro.

Mentre è una cifra sostanziosa, ben 455 euro – per chi ha un figlio a carico e 23 mila euro di reddito annui.

Scende a 334,8 euro l’aumento rilevato per la stessa fascia di reddito se il contribuente ha moglie e figlio a carico.
Supera invece i 360 euro l’incremento in un anno di chi ha un reddito di 30 mila euro e moglie e figlio carico.

A perderci sono i contribuenti con redditi che partono dai 40 mila euro ed hanno moglie e figlio a carico: per loro in un anno la perdita netta è stata di 252 euro.

Mentre arriva a quota 1.044 euro la diminuzione per i contribuenti con 80 mila euro di reddito e con moglie e due figli a carico.

Ma L’Italia dei privilegi insopportabili per chi deve tirare la cinghia è si deve sacrificare, per mantenere una Casta politica fra le più insignificanti d”Europa.

Una Casta che non è capace di modernizzare lo stato, ma si limita al mantenimento dello “status quo” .

Un altro esempio eclatante sono i privilegi dei dipendenti del Senato , dai barbieri ai commessi che guadagnano 136.000 euro l’anno e vanno in pensione a 53 anni con il 90% dell’ultimo stipendio.

Leggi articolo del Corriere della Sera in Merito

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ELABORAZIONE UFFICIO STUDI CGIA MESTRE

Tedicesime 2007

Nota: i calcoli sono stati effettuati ipotizzando che tutti i mesi siano formati da 30 giorni, le operazioni di conguaglio sono state eseguite nella retribuzione di dicembre. Si è applicata un addizionale Regionale pari al 0,9% e una comunale pari al 0,2%.

Dati sulla povertà relativa in Italia:

Povertà relativa in Italia 2005

Variazione Povertà realiva in Italia 2005

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Il mercato e l’eguaglianza

Posted by ernestoscontento su novembre 14, 2007

l liberalismo ha bisogno della sinistra.

Il mercato e l’eguaglianza

Segnalo il grande articolo di Pietro Ichino, pubblicato il 13/11/2007 sul Corriere della Sera.

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Giovani e donne gli anelli deboli del mercato del lavoro

Posted by ernestoscontento su novembre 13, 2007

Gli anelli deboli del mercato del lavoro italiano sono i giovani e le donne.

Lo ha sottolineato il ministro del Lavoro Cesare Damiano nel corso della presentazione del rapporto «Occupazione e forme di lavoro precario», realizzato dal Coordinamento delle attività statistiche del ministero del Lavoro, che fornisce il quadro qualitativo e quantitativo del lavoro precario in italia.

Nel 2006, sono stati 2.719 milioni i lavoratori italiani temporanei:

I dati in Italia:

– il 13,1% dei lavoratori dipendenti ha un contratto di lavoro a termine,

– l’11,8% del complesso degli occupati sono a tempo determinato.

– 246mila i contratti a termine per gli agricoli ,

– 1.985 milioni di dipendenti con contratto di lavoro a tempo determinato (interinali, stagionali, contratti di inserimento, a chiamata).

– 399mila i lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa,

– 89mila i prestatori d’opera occasionale.

– il lavorano in nero occupa 3,5 milioni di persone,

– il lavoro a termine è imposto e non una scelta libera, dopoa 36 mesi dall’ingresso nel mondo del lavoro con un contratto a termine, uno su quattro rimane temporaneo (25,8 per cento).

– gli apprendisti vanno peggio, dopo 3 anni oltre 1/3 è ancora a termine,

Il rapporto anticipa i contenuti di un dossier ministeriale, di prossima uscita, sull’occupazione e le riforme del mercato del lavoro.

Il rapporto è uno studio, condotto sulla base di dati forniti dall’Istat e dall’Inps.

Tra i motivi per cui si lavora a termine, ai primi posti il lavoro stagionale, il lavoro occasionale e il periodo di formazione o apprendistato.

La durata dei contratti a termine risulta differenziata in base alla tipologia lavorativa, mentre è molto chiaro (9 dipendenti a termine su 10) il motivo che spinge ad accettare un lavoro a tempo, e cioè «il non aver trovato di meglio».

Una discreta quota di lavoratori a termine dichiara di essere alla ricerca di un altro lavoro (18% contro il 6,2% del complesso degli occupati).

Confrontando, poi, la situazione italiana sul piano internazionale, emerge:

– l’incidenza dei dipendenti a termine in Italia è inferiore a quella della media europea (nel 2006, 13,1% contro 14,7 per cento).

Da evidenziare, infine, che nel 2006, per le donne italiane il contratto a tempo abbia una incidenza maggiore rispetto agli uomini (15,8% contro l’11,2 per cento), allineandosi alla media europea pari a 15,4 per cento.

pdf File del rapporto

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TIFOSO UCCISO SULL’ AUTOSOLE

Posted by ernestoscontento su novembre 11, 2007

SI CHIAMAVA GABRIELE SANDRI, la vittima romano.

Il giovane, oltre a fare il dj aveva un negozio di abbigliamento a Roma. Lo riferiscono alcuni tifosi laziali, che sono arrivati ad Arezzo dopo aver appreso la notizia della morte di Sandri, e che non facevano parte del gruppo che era con la vittima. Gli stessi supporter hanno riferito che Sandri era un abbonato alla Lazio e che seguiva la squadra in tutte le trasferte.

IL FRATELLO, ME LO HANNO AMMAZZATO

”Me lo hanno ammazzato a 28 anni con una pistola. Ora le istituzioni facciano la loro parte, con tutti i decreti di urgenza che hanno fatto me lo hanno ammazzato a 28 anni”.

Queste le parole di Cristiano Sandri, il fratello di Gabriele, appena uscito dalla caserma della polizia stradale di Arezzo.

L’avvocato di famiglia Luigi Conti ha detto: “E’ stato un omicidio volontario, voglio vedere se avete il coraggio di mettervi contro la polizia”.

Alla caserma è arrivato anche il padre di Gabriele Sandri che ha abbracciato a lungo il figlio Cristiano, pianto e urlato, accasciandosi anche a terra dove è stato poi tirato su.

IL QUESTORE CONFERMA: SPARATI DUE COLPI.

Anche se a ncora non chiarita l’esatta dinamica dell’episodio che ha portato .

Il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe ha confermato che sono stati sparati due colpi a scopo intimidatorio, uno dei quali, ha aggiunto, ”ha colpito al collo Gabriele Sandri”. ”E’ stato trovato il bossolo, non ancora l’ogiva” che ha colpito il giovane, ha poi proseguito Giacobbe. ”Lo stiamo ancora cercando, stiamo cercando di capire che fine possa aver fatto perche’ si vede il foro d’entrata del proiettile sul vetro posteriore” ma non il foro d’uscita.
”Siamo letteralmente, profondamente addolorati per quello che è successo. Abbiamo interesse a che la verità sia accertata”, ha continuato. ”

E’ stato nominato un medico legale, è stato nominato un perito balistico, il pm sta interrogando ancora chi ha partecipato all’operazione”, ha proseguito il questore, aggiungendo che si sta agendo ”in piena sintonia” e con ”la serena e coerente guida della magistratura”: ”Per cui abbiamo tutte le garanzie della legge e non abbiamo alcun motivo a derogare a questi principi”.

”Le responsabilità saranno accertate senza reticenze’‘. Questo l’impegno del ministro dell’Interno Giuliano Amato in merito alla morte di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso ad Arezzo. E’ ”estremamente grave”. ha aggiunto il ministro, che dopo la morte del tifoso laziale si siano verificati in diverse citta’ incidenti tra tifosi e forze dell’ordine. Amato si e’ augurato che ”questa sera a Roma tutti diano prova di saper testimoniare in modo pacifico il proprio cordoglio”.

”E’ estremamente grave , dice il titolare del Viminale – che ancora oggi, invece di concorrere con un dignitoso silenzio al cordoglio per la morte di questo ragazzo, alcuni responsabili abbiano trovato il modo di causare nuovi incidenti”.

NO FRATELLI SEMPRE!!!!!!!!!

Si può morire per un colpo di pistola a 28 anni in autostrada, soprattutto senza che si sia commesso un reato tanto grave, da giustificare che un poliziotto impugni una pistola, e spari due colpi intimidatori ad altezza d’uomo a persone disarmate?

E’ possibile che un ragazzo incensurato, cittadino perfettamente integrato nella società, parta di casa per passare una domenica allo stadio e non torni più a casa?

Si è possibile!

Anzi è reale! è accaduto, ed è il segno di una società malata nel suo complesso.

E’ malata la tifoseria violenta, ma c’è qualcosa che non funziona anche nello stato, La scuola DIAZ di Genova, il Caso di Federico Aldovrandi e ora Gabriele Sandri, DIMOSTRANO CHE LA SOCIETA’ E’ MALATA, il culto del nemico a prevalso sulla fraternità e la tolleranza .

Ci sarà tempo per commentare, oggi la Democrazia è in lutto.

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Egemonia politica

Posted by ernestoscontento su novembre 9, 2007

La rete è come la piazza di Atene, dove discutevano della POLIS, ma dove non si decidevano le leggi, solo nell’agorà  si discuteva dei problemi della polis e i demos trasformavano le loro decisioni in legge.

VACLAV BELOHRADSKY

Breve definizioni della parola egemonia su cui si fonda la politica.

Con il termine egemonia indico semplicemente il fatto che l’esercizio del potere deve essere inquadrato nel contesto di ciò che la gente considera “normale” o “naturale”, “dettato dal senso comune” o “ispirato ai valori universali”; l’egemonia politica è questo quadro di normalità dell’esercizio del potere politico.

Esso verte sul fatto che una classe dirigente, un’elite o un gruppo dirigente ed i suoi alleati riesce a presentare i propri interessi come rappresentativi di tutta la società.

Con i concetti e i valori egemonici, con ciò che la gente considera “normale” ci scontriamo molto spesso ed in un’infinità di modi, anche se partecipiamo solo raramente alle competizioni per il potere politico nelle sue forme istituzionali.

Il tratto caratteristico delle egemonie politiche è appunto il fatto che esse si reggono sulle parole che non vengono percepite come politiche, sulle parole come bene, bellezza, verità, giustizia, igiene, la cura del corpo, le feste ecc.

Chi vuole sfidare un’egemonia politica, politicizza anzitutto queste parole neutrali, mostra ad esempio che il nostro rapporto con il proprio corpo non è mai impolitico, ma imposto da una lunga egemonia politica, che il concetto di bene o di verità sono asserviti ai punti di vista e agli interessi delle classi dominanti.

Il potere politico egemonico dunque controlla il confine tra quello che deve essere considerato come non politico, soprapolitico, normale, morale, naturale, oggettivo, bello ecc. e quello che invece deve essere considerato come politico.

Il punto di vista egemonico trasforma facilmente l’opposizione in malattia mentale, l’atto di protesta in crimine, l’anticonformismo in offesa del come senso di pudore, i valori minoritari in peccato, la critica in tradimento, la previsione razionale in minaccia intollerabile per lo sviluppo della società.

E’ stato Gramsci a dare alla parola egemonia un senso specifico di “capacità di direzione della società” fondata sulla convinzione delle masse che i valori difesi da un gruppo egemonico sono valori universali.

Il potere politico assieme a tutte le altre forme di potere e d’autorità nella società deve essere sempre sostenuto, per essere efficace, da un’egemonia.

Naturalmente vi possono essere dei poteri senza egemonia – dittature o regimi imposti dall’occupante,o egemonie senza potere, ad esempio la presunta egemonia culturale dei comunisti in Italia negli anni Sessanta e Settanta.

Nella lunga durata comunque prevale il potere che rappresenta una reale egemonia di un blocco storico di interessi.

Le egemonie si svuotano quando cessano di essere attuali.

Ora la parola attualità è oggi banalizzata, significa “notizia del giorno”. In realtà questa è una delle parole fondative della civiltà occidentale, indica infatti la forza che rende il futuro molto diverso dal passato.

Il modello di questa visione del tempo è il vangelo – la buona novella, la rivelazione che il futuro degli uomini sarà diverso dal passato, nuovo.

Oggi non è la rivelazione, ma la tecnoscienza a rendere il futuro
radicalmente diverso dal passato costringendo la società nel suo insieme ad adattarsi a ritmi e possibilità nuove.

Ogni egemonia è legata all’attualità, alla capacità dei gruppi dirigenti di far fronte all’attualità nel senso di controllare o governare quel fattore che di volta in volta rende il futuro radicalmente diverso dal passato, pensiamo ad esempio alla new economy promossa da Internet o alle biotecnologie.

Diventa “portatore di un’egemonia alternativa” quel gruppo che riesce a rappresentare l’attualità, a convincere gli elettori di saper governare la minacciosa differenza tra il passato e il futuro che costringe la maggioranza dei cittadini a ridefinire i loro progetti di vita.

La soluzione politica: includere gli stranieri culturali nella comunità dei cittadini

Questa definizione politicizzata del conflitto, che è in contraddizione profonda con il quadro storico ed istituzionale della situazione, pretende che l’identità più inclusiva ed universalistica in Europa, quella cattolica, serva per puntellare un’identità deficitaria, poco universalistica, e in ogni caso molto meno inclusiva di quella cattolica, l’identità nazionale italiana.

Il Cristianesimo, nella sua versione cattolica, non coincide con il potere di nessuno Stato, con nessuna identità nazionale, an initio aspira ad includere tutti coloro che “credono nel Dio deicristiani”; l’identità nazionale italiana è un fatto politico, strettamente limitato dall’appartenenza, in qualità di cittadino, ad uno Stato e ad una competenza linguistica.

L’integrazione effettiva delle masse multireligiose di immigrati nello Stato italiano e nella cultura nazionale italiana, è possibile solamente a condizione che l’identità nazionale non venga definita né etnicamente né religiosamente, ma in riferimento alla Costituzione.

Definire politicamente l’identità italiana significa in primo luogo prendere a suo fondamento il rispetto condiviso della Costituzione. In secondo luogo, tutti i cittadini debbono avere l’accesso effettivo ad uno spazio pubblico determinato linguisticamente, condividere una cultura civica e avere una competenza civilizzazionale.

Gian Enrico Rusconi (La Stampa 1/11/2003) commenta questo conflitto distorto sostenendo che la stragrande maggioranza di politici italiani si dichiara esplicitamente cristiana “preoccupandosi di precisare che non si tratta di una dichiarazione di fede in senso dottrinario, ma
di un’identità storica, di un’appartenenza nazionale…(invece) avrebbero dovuto protestare contro un uso etno-nazionale della religione, avrebbero dovuto dire chiaramente che nella questione del Crocifisso in un’aula della scuola pubblica non sono in gioco né l’identità nazionale né l’ultimo baluardo contro l’incombente invasione dell’Islam”.

Il fatto che invece sono in gioco, è un fatto centrale di questo campo politico distorto.

Giovanni Sartori, pone la questione del rapporto tra l’universalismo democratico e le politiche d’integrazione degli “stranieri culturali” immigrati in questi termini: “la domanda è: fino a che punto una tolleranza pluralistica si deve piegare non solo a stranieri culturali ma anche ad aperti e aggressivi nemici culturali? Insomma, può il pluralismo accettare la propria frantumazione, la rottura della comunità pluralistica? (1997,492).

La comunità pluralistica è caratterizzata dal fatto che le linee divisorie tra i gruppi sonomultiple, basate su associazioni volontarie che non coincidono con le divisioni razziali, regionali,religiose o sociali.

Laddove invece coincidono, e dove questa coincidenza è elevata a fonte suprema di legittimità del potere politico, vengono a mancare le basi di una coesistenza pacifica tra i “diversi”, le linee di divisione si irrigidiscono e tutta la comunità pluralistica crolla.

La convivenza pacifica è impossibile nelle comunità chiuse che impongono di sommare le linee di divisione (chi è cinese in Indonesia deve essere cattolico, chi è irlandese in Irlanda deve essere cattolico, chi è bianco deve essere protestante, chi è italiano deve essere cattolico, chi è Padano deve parlare il dialetto ecc.).

La trasformazione dell’EU da un’alleanza stabile di Stati nazionali in una res publica, fondata su una Costituzione europea e su una cittadinanza europea garantita da una legalità cogente e universalistica, è la precondizione della capacità dei paesi europei di integrare gli extracomunitari”.

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La Grande corsa di Cina e India.

Posted by ernestoscontento su novembre 8, 2007

Fonte: La Repubblica.it In Estratto

Tre miliardi e mezzo di cinesi e indiani ci contendono le risorse naturali di FEDERICO RAMPINI

La Grande corsa di Cina e India.

Allarmante rapporto dell’Aie: nel 2030 rischio di crisi energetica
Pechino avrà sette volte le auto di oggi e consumerà più degli Usa
La Grande corsa di Cina e India.

Cresce la fame di greggio.

Anche i giganti dell’Asia al tavolo del G7 perché si assumano le loro responsabilità.

Il petrolio schizza a 100 dollari il barile, la valuta americana precipita in una débacle vertiginosa: è il futuro che ci arriva addosso come una locomotiva impazzita.

Il futuro appartiene a Cindia, e la rapidità con cui lo sviluppo asiatico cambia il pianeta impone scelte urgenti.

Non bastano il documentario da premio Oscar e il Nobel per la pace ad Al Gore, non basta affidarsi alle “prese di coscienza”, per tingere di verde il linguaggio politichese.

L’adattamento alle nuove sfide energetiche e ambientali deve inseguire l’accelerazione spettacolare degli eventi.

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